Dimmi chi sei e ti dirò che cosa fai

“Preferisco un prodotto naturale perché è blando, leggero e mi fa poco male”, “No, io non voglio prodotti naturali perché non fanno effetto”, “Se funziona, non è naturale” e “Questo prodotto cosmetico ha un effetto strepitoso”…

Già sentito, vero? Purtroppo queste affermazioni sono generalizzazioni in parte sbagliate dovute ad una scelta non appropriata del prodotto o a confusione e ad una (volutamente) errata informazione. Il risultato? Aspettative tradite e giudizi sbagliati sui vari trattamenti.

La mia professoressa delle superiori mi diceva sempre che per fare un buon tema, bisognava partire dal dizionario e dalla definizione delle parole scritte nel titolo (non avevo l’insufficienza nei temi, tranquilli). Allora, partiamo dal “significato” delle parole farmaco, fitoterapico, integratore alimentare e cosmetico.

Un farmaco. Sappiamo tutti che cos’è: un prodotto farmaceutico con principio attivo mono- o bimolecolare (che ha una o due sostanze a cui è dovuto l’effetto, tutte le altre sostanze hanno altre funzioni) e lo si utilizza per curare una patologia già esistente. Ecco, un farmaco cura, guarisce si spera. Lo possiamo avere con prescrizione medica, oppure senza, ed in questo caso lo chiamiamo farmaco da banco. Un farmaco deve essere sempre controllato nella sua composizione e soprattutto deve avere un effetto e quest’effetto deve essere dichiarato: analgesico, antidolorifico, diuretico…

Ma un farmaco può essere naturale? Certo! La mia frase preferita è: “Molti farmaci antitumorali sono molecole naturali oppure ispirati ad esse tra cui il tassolo, la vincristina, il teniposide e l’etoposide”.

Allora che cos’è un fitoterapico? E’ un farmaco naturale a tutti gli effetti. Che cosa ci dobbiamo aspettare da un fitoterapico? Che sia controllato così come lo sono i farmaci, che il suo effetto sia dichiarato, ma che soprattutto ci sia un effetto e che sia usato per curare. Alcuni fitoterapici hanno bisogno di ricetta medica per essere acquistati in farmacia, altri invece no, sono fitoterapici da banco.

E se dovessimo definire un integratore alimentare? E’ un fitoterapico? No. Ma ha effetto? Sì, ma non come quello di un farmaco e soprattutto non serve per curare: un integratore alimentare serve per “aiutare”, prevenire o integrare una carenza, ottimizzare o contribuire al benessere generale dell’organismo. Quindi vedremo immediatamente un cambiamento? No, ci vuole TEMPO. In parole povere: se stai male, per una patologia (che può essere anche un forte mal di testa), prendi un farmaco. Se vuoi che il mal di testa non ti ritorni più, ti puoi aiutare quotidianamente con un integratore alimentare.

E poi le note dolenti: la sua composizione è obbligatoriamente controllata come quella di un fitoterapico? Purtroppo no, e sono sempre venduti senza aver bisogno di una ricetta medica. Non possono avere un “claims” e cioè non possono dichiarare un effetto. Per questo motivo sentirete sempre messaggi come “aiuta a…”, “può prevenire…”, “per il buon funzionamento di…”. Come possiamo quindi capire se un integratore alimentare sia un buon integratore? Controlliamone la composizione, meglio verificare se per le sostanze più importanti sia indicata una concentrazione o quantità.

Ma, allora un cosmetico? Vi dirò una cosa che vi lascerà un po’ sgomenti: un cosmetico non ha effetto. Questo non vuol dire che serva solo a farvi spendere soldi!

Leggete bene come il Ministero della Salute definisce un “prodotto cosmetico”: “qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano […] allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei (articolo 2 del Regolamento (CE) n.1223/2009).

In definitiva un cosmetico serve per “mantenere” o “modificare” (pensate al fondo tinta). Non ha un effetto farmacologico. La domanda che potrebbe sorgere è: “Ma io ho visto che alcuni farmaci dermatologici contengono la stessa molecola dei cosmetici, che differenza c’è?” La concentrazione! Ad esempio: in cosmetologia si possono usare soluzioni al 2% di acido salicilico, un farmaco dermatologico invece userà l’acido salicilico al 20% per avere un effetto esfoliante e sarà necessariamente prescritto da un dermatologo.

Definire ed avere le idee chiare, è sempre un buon punto di partenza.